ARGOMENTO 1:
IL CAVALLO NELLA STORIA
Gli antenati
Già 55 milioni di anni fa viveva sulla terra un piccolo animaletto, di nome Eohippus, che può essere considerato il bis-bis-bis-bis-nonno dei nostri pony e cavalli, da lui infatti ebbe origine la famiglia degli equidi (cavalli, asini e zebre). Eohippus era piccolo più o meno come una volpe e si cibava prevalentemente di foglie, piccoli arbusti e frutti. Aveva 4 dita nelle zampe anteriori e tre in quelle posteriori: tutte le dita erano provviste di piccoli zoccoli, tuttavia Eohippus non camminava sugli zoccoli, ma su dei piccoli cuscinetti, simili a quelli dei cani. La testa era di dimensioni ridotte, le zampe corte e la schiena arcuata, mentre il mantello era maculato o striato per mimetizzarsi meglio nella boscaglia e sfuggire ai predatori. Era un tipetto piuttosto intraprendente e avventuroso tanto che, quando ancora le terre erano unite in un unico blocco, si diffuse un po’ ovunque. Con il passare dei secoli e l’evolversi delle condizioni geo-climatiche della terra, il piccolo Eohippus modificò lentamente le sue caratteristiche: le zampe si allungarono per affrontare spostamenti in aree sempre più vaste e per sfuggire dai predatori, mentre il suolo rigido delle praterie e delle steppe favorì lo sviluppo del solo dito centrale il quale pian piano divenne un unico zoccolo come lo conosciamo oggi. Anche gli occhi si spostarono lateralmente di modo da consentire una visuale molto più ampia. È così che, nelle diverse ere storiche, l’ eohippus si trasformò in mesohippus, in parahippus, in merychippus e infine in Pilohippus, il quale assomigliava molto ai pony dei giorni nostri e rappresenta l’ultimo anello della catena evolutiva che ha dato origine all’equus, diretto genitore del cavallo (oltre che degli asini e delle zebre).
L’equus è apparso circa un milione e mezzo di anni fa nel nord America e da lì si è diffuso in Asia, in Europa e in Africa. In seguito all’ultima era glaciale (circa 10.000 anni fa), si estinse in America, ma riuscì ad adattarsi e a sopravvivere in Europa, in Asia e in Africa. Qui presero il sopravvento i rami evolutivi che hanno portato alle zebre e agli asini, mentre in Europa e in Asia si svilupparono quattro diversi tipi di cavallo preistorico che hanno dato origine, attraverso incroci e adattamenti ambientali, alle razze come le conosciamo oggi.
La domesticazione
Ma quand’è che il cavallo e l’uomo iniziano a conoscersi?? Bhè …. Una svolta importante nel rapporto tra uomo e cavallo si ha con la domesticazione di queste razze primitive avvenuta intorno al 4.000 a.C. Già da qualche millennio l’uomo aveva addomesticato il bue, la pecora, la capra, il maiale e il cane, ma i cavalli erano molto più difficili da prendere per via della loro velocità, così iniziò ad allevarli in dei recinti e ben presto capì che erano degli animali molto disponibili ad essere addomesticati. Possiamo, quindi, dire che l’amicizia tra uomini e cavalli nasce oltre 6.000 anni fa!! Da allora i cavalli furono utilizzati per lavorare la terra, tirare i pesi e attaccare i nemici. Si ma quando si inizia a montare a cavallo??? Un attimo che ci arrivo …. Intorno al 1500 a.C. l’uomo iniziò a montare a cavallo in tutte le aree dove era stato addomesticato, anche se ancora i nostri antenati cavalieri non sapevano che cosa era la sella. In poco tempo i cavalli divennero il mezzo di trasporto più importante e gli eserciti li utilizzavano anche per andare in guerra anche se nel momento del combattimento utilizzavano ancora i carri.
L’Epoca cavalleresca
Probabilmente la prima vera “cavalleria” della storia, cioè il primo esercito con un gruppo di guerrieri che combattevano a cavallo, fu l’armata di Alessandro il Grande, il quale nel 326 a.C. arrivò fino in India. Dopo tale esempio, le cavallerie si svilupparono in Europa in epoca carolingia (intorno al 750 d.C.) e rivoluzionarono tutto il sistema militare, tanto che durante il Feudalesimo i cavalieri erano considerati delle figure molto importanti. Purtroppo però dovettero aspettare il X secolo per poter appoggiare il loro sederone su una comoda sella. In questo periodo infatti fu inventata la sella ad arcione in legno che aveva una paletta molto pronunciata, di modo da dare un buon punto di appoggio per utilizzare la lancia. Dalla Cina arrivarono poi le staffe che consentivano un equilibrio più stabile. Migliorando l’equilibrio migliorò anche la reputazione dei cavalieri che iniziarono ad affollare racconti e leggende, come Re Artù e i suoi Cavalieri della Tavola Rotonda.
L’Epoca moderna
Nell’epoca moderna, finalmente, si è assistito ad un lento declino dell’utilizzo del cavallo negli eventi bellici. Le armi da fuoco sostituirono le cariche della cavalleria, ma il cavallo rimase un punto saldo nella vita dell’uomo, anzi, nel Seicento fiorirono le scuole di equitazione e furono scritti molti trattati sul “buon governo” riguardanti la pulizia e la cura del cavallo. La prima guerra mondiale segna la definitiva uscita del cavallo dai campi di battaglia.
Un motore a quattro gambe
Guerre a parte, vi immaginate quante cose probabilmente non sarebbero successe se questo animale non fosse mai esistito? Provate a pensare agli spostamenti, per gli uomini antichi che sfortunatamente non potevano contare sulla freccia rossa e sulle tariffe low cost della Ryanair il cavallo rappresentava l’unica soluzione per spostarsi senza finire le suole delle scarpe. Quanta gente non si sarebbe incontrata, quanti paesi non avrebbero mai comunicato tra di loro, quante scoperte non si sarebbero potute fare e chissà se la società di oggi sarebbe stata capace di volare e viaggiare a grandi velocità se non avesse iniziato a spostarsi con i cavalli più di 2.000 anni fa. Già perché il vero sviluppo dei carri trainati con i cavalli si ebbe in epoca romana grazie alla costruzione di una fitta rete stradale che tuttavia si deteriorò con la caduta dell’impero romano e fu solo alla fine del Seicento che la viabilità riprese a svilupparsi. Dalle carrozze della nobiltà alle diligenze pubbliche, i veicoli tirati dai cavalli furono da quel momento, per oltre 250 anni, il più importante mezzo di trasporto fino allo sviluppo delle ferrovie e dei mezzi a motore. All’inizio dell’800 esistevano centinaia di tipologie di trasporti tirati da cavalli e nelle città erano frequenti gli incidenti “stradali” causati dalle carrozze. Tanto che fino alla metà del 1900 le carrozze sono rimaste uno spettacolo normale in città e nelle campagne e tutt’ oggi sopravvivono nei paesi meno industrializzati.
Un lavoratore instancabile
Abbiamo visto che il cavallo è servito all’uomo come fonte di sostentamento, come supporto fondamentale in guerre e battaglie, come mezzo di trasporto e come status symbol, tuttavia il ruolo più importante di tutti è stato quello di indispensabile forza lavoro, dalla sua domesticazione a tutto l’ottocento e in alcune zone ancora oggi. Una piccola dimostrazione è il fatto stesso che, quando sono nati i motori a scoppio, a fine ottocento, l’unità scelta per misurare la potenza fu proprio la forza del cavallo. Provate a chiedere ai vostri genitori quanti cavalli ha la loro macchina, vedrete che la vostra domanda non gli sduonerà tanto bizzarra come potrebbe sembrare!! Tra i mestieri più diffusi c’erano sicuramente tutti quelli che avevano a che fare con l’agricoltura. I cavalli potevano essere attaccati alle ruote che facevano girare i mulini oppure si “vestivano” di basto, una sella speciale per trasportare i carichi, e tiravano gli attrezzi nei campi. Nei boschi trascinavano i tronchi tagliati, cosa che ancora fanno in zone dove non si riesce ad arrivare con le macchine agricole moderne. In città i cavalli tiravano i mezzi più disparati, dalle botti dei pompieri ai distillatori di grappa ambulanti ai convogli postali. Nonostante l’attuale progresso tecnologico ancora oggi sono numerosi gli utilizzi del cavallo come forza lavoro, soprattutto in quei paesi del mondo dove lo sviluppo è rimasto più arretrato e il sistema economico è ancora prevalentemente agricolo.
c’è francy in teoria si dovrebbe imparare tutto questo?
io ho solo imparato che il cavallo ha allungato le gambe e il collo per brucare meglio a terra,che a modificato lo la zampa trasformandola in zoccolo.
francy dimmi di no!!!
@francesca ci sei o rmai il blog non esiste piu? ed esiste solo borgo tv ?
È stato veramente un piacere leggere questo testo 🙂
è molto interessante. anche se un po’ scritto per bambini piccoli!
molto interessante!
bello e interessante